Il sito archeologico di Vučedol, sorto lungo le rive del Danubio (a 5 chilometri a valle di Vukovar), è una delle località archeologiche più significative dell’eneolitico, ossia dell’Età del rame. Per il valore dei reperti rinvenuti, grazie ai quali è stato possibile determinare con precisione il profilo dell’intero fenomeno culturale, Vučedol ha dato il nome a un’intera cultura eneolitica – la cultura di Vučedol, appunto – che ne è anche il luogo di origine.
Grazie alla sua favorevole posizione geostrategica, a Vučedol la presenza umana è stata una costante. Nei sedimenti più profondi del sito sono rimaste intrappolate alcune tracce di una remotissima cultura neolitica chiamata Starčevačka (dalla loc. di Starčevo). Particolarmente vivace fu la vita a Vučedol nell’eneolitico, quando s’incontrarono sovrapponendosi vicendevolmente, nell’arco di sette secoli, le culture di Baden, Kostolac e Vučedol. Vučedol visse l’apice del suo sviluppo tra il 3000 ed il 2200 a.C., in concomitanza con il periodo di massimo splendore dell’omonima cultura. La vita a Vučedol si svolgeva in tre insediamenti che circondavano il Gradac, la cui posizione centrale e sovrastante ricordava l’acropoli. Vučedol era un villaggio di agricoltori, allevatori di bestiame, cacciatori e artigiani del rame. La cultura materiale dell’epoca, in cui spicca una produzione ceramica con caratteristiche tecnologiche ed estetiche d’altissimo livello, ci fa pensare a una cultura altamente avanzata, la cui ispirazione artistica e la cui forza creativa diedero vita ad un nuovo corso. Le ceramiche di Vučedol affascinano per l’armonia delle forme e l’originale collocazione degli ornamenti. La ceramica di Vučedol più nota è senz’altro la Colomba, oggetto di culto a forma d’uccello ricco di motivi decorativi ritrovato nel 1938 nel sito archeologico di Gradac.
Altro emblema della cultura di Vučedol è senz’altro l’Orion, ritenuto il più antico calendario d’Europa. Questo vaso in ceramica con le pareti esterne variopinte venne alla luce a Vinkovci, là dove oggi sorge l’hotel “Slavonija”. I quattro campi in cui le pareti esterne sono suddivise simboleggiano le quattro stagioni, mentre i segni che si ripetono sistematicamente rappresentano l’alternarsi dei mesi. La scoperta di questo remotissimo calendario ci racconta di una civiltà e di una cultura straordinariamente sviluppate e risalenti a oltre cinquemila anni fa.