La chiesa gotica di S. Elia “na Meraji”(qui tradotto con S. Elia al Riposo, giacché la meraja non era altro che il riposo degli armenti lungo la via della transumanza) è un edificio a una navata con contrafforti lunghi 24,30 m e larghi 11 m, il cui apside poligonale misura 8,80 m. Si presume che la chiesa, imponente per quei tempi, sia stata costruita dopo l’invasione dei Tatari, ossia all’inizio del XIV secolo, giacché lo stile gotico nell’Ungheria di allora aveva già iniziato a diffondersi nella metà del XIII secolo. La chiesa gotica di S. Elia e il cimitero attorno ad essa, ad uso della popolazione locale fin dall’XI secolo e sino alla seconda metà del XVIII secolo, ebbero una storia molto agitata. Sul finire del XVII secolo, mentre i Turchi abbandonavano queste terre, gli abitanti che se l’erano data a gambe ritornarono e iniziarono i lavori di risanamento della vecchia chiesa abbandonata. Durante i lavori furono effettuate anche alcune modifiche che andarono ad intaccare lo stile architettonico dell’edificio. Fu così che una parte delle finestre gotiche e la porta lungo la parete meridionale furono murate e la chiesa, nel suo complesso, acquisì alcune peculiarità dello stile barocco. Nel XVIII secolo un incendio danneggiò l’edificio, che fu riparato in tutta fretta: in quell’occasione la copertura del tetto fu rifatta con listelli di legno. La chiesa fu restituita alla sua originaria funzione liturgica nel 1708 e continuò a funzionare sino al 1777, quando cessarono i seppellimenti nel cimitero attorno ad essa e l’edificio fu confiscato dall’autorità militare di confine. Sino ad oggi, nella chiesa di S. Elia al Riposo non si è più celebrata né alcuna messa, né alcun’altra funzione religiosa. La chiesa fu usata invece come magazzino anche dopo la Seconda guerra mondiale. Nel corso degli ultimi anni, le ricerche svolte nel cimitero e all’interno della chiesa hanno ripreso vigore, soprattutto in funzione del suo restauro. L’idea è quella di restaurarla mettendo in evidenza le varie fasi di tutti gli interventi edilizi succedutisi nel tempo. Anche la chiesa gotica, così come il villaggio medievale, era consacrata a sant’Elia. Ai lati dell’altare maggiore c’erano due altari minori. Una testimonianza scritta del 1729 ci dice che, per un certo periodo, sull’altare maggiore aveva fatto bella mostra di sé una pala di s. Vincenzo (sv. Vinko) che, più tardi, sarà traslata nella nuova chiesa. Col passare del tempo, però, la tradizione di venerare questo santo è andata man mano affievolendosi. Sull’altare laterale sinistro c’era stata, invece, una pala raffigurante la Madonna, anch’essa traslata nella nuova chiesa, mentre sull’altare laterale di destra c’era stata una pala raffigurante sant’Antonio, più tardi sostituita da una tela raffigurante s. Giovanni Nepomuceno al quale fu dedicato l’altare maggiore della nuova chiesa barocca affacciata alla Piazza del bano Josip Šokčević. Ciò è vero almeno sino al 1972, quando la chiesa fu consacrata ai ss. Eusebio e Pollione.